Pitture e artisti |
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Se desideri meglio inquadrare il periodo storico e le relative tendenze artistiche, puoi consultare le pagine Storia dell'Arte e Correnti d'Arte.
Pablo Ruiz Picasso nasce nel 1881 a
Malaga, in Spagna. Nei primi anni della sua formazione artistica, il giovane
Picasso ha un eccellente maestro nel padre, pittore e professore di disegno,
che intuisce il genio precoce del figlio.
Di fatto, Pablo Picasso non tarda ad affermarsi e, benché le opere del periodo
tradiscano ancora una certa goffaggine nella composizione, l'acquisizione
accademica del «mestiere» si dimostra già straordinaria, soprattutto nei
ritratti.
A soli quattordici anni viene ammesso all'Accademia di Belle Arti
di Barcellona. Due anni dopo Pablo Picasso si trasferisce all'Accademia di
Madrid. Dopo un ritorno a Barcellona, nel 1900 effettua il suo primo viaggio
a Parigi. Dal 1901 al 1904 Pablo Picasso sviluppa quello che più tardi verrà
definito il suo «periodo blu». Esso corrisponde a un momento particolare
della sua vita, nel quale il giovane pittore vive tra Barcellona e Parigi
(dove si reca per ben tre volte dal 1900 al 1903). Il nome a questo periodo
deriva dal fatto che Pablo Picasso usava dipingere in maniera monocromatica,
utilizzando prevalentemente il blu in tutte le tonalità e sfumature
possibili. I soggetti erano soprattutto poveri ed emarginati. Pablo Picasso
li ritraeva preferibilmente a figura intera, in posizioni isolate e con aria
mesta e triste. Ne risultavano immagini cariche di tristezza, accentuata dai
toni freddi (blu, turchino, grigio) con cui i quadri erano realizzati.
Nel
1904, Pablo Picasso si stabilisce definitivamente a Parigi e trova uno
studio nel famoso «Bateau-Lavoir» di rue Ravignan, prendendo così una
decisione di importanza capitale in quanto nella vita culturale parigina, la
sua arte trovò innumerevoli stimoli fecondi.
Dal 1905 alla fine del 1906, Pablo
Picasso schiarisce la sua tavolozza, utilizzando le gradazioni del
rosa che risultano più calde rispetto al blu. Inizia quello che verrà
definito il «periodo rosa». A dire il vero, si può a malapena parlare di un
«periodo rosa», ma è innegabile che a partire dal 1905 Pablo Picasso si
libera dagli eccessi del sentimentalismo che aveva caratterizzato le sue
opere precedenti e che da allora gli ocra, le terre, i rossi cominciano a
scaldare la sua fredda tavolozza.
Visita e ammira le opere esposte al:
Museo Nazionale Picasso di Parigi
MoMA Museo Arte Moderna di New York
Video su Pablo Picasso
I saltimbanchi sognanti che egli
dipinge a quel tempo non rivelano solamente l'amore del pittore per il
circo, ma anche una visione meno esasperata della vita (legata forse alla
diminuzione della miseria degli anni vissuti a Montmartre) e una
modificazione della sua teoria estetica. In particolare, cambia la relazione
tra il soggetto e la pittura. Fino al 1905, cioè, la pittura non aveva altra
funzione che quella di descrivere il soggetto, senza escludere una
deformazione espressionistica, ma tuttavia con gran rispetto per la realtà
descritta. In seguito, tendono ad affermarsi le emozioni propriamente
materiali della pittura: così, un particolare tocco di rosso viene ad avere
la stessa importanza del sentimento della malinconia o della tenerezza
materna. Inoltre il disegno tende a essere semplificato. Pablo Picasso non
pensa certamente di eliminare dai suoi quadri la rappresentazione delle
emozioni: al contrario, gli pare più giusto esprimere i sentimenti invece di
descriverli.
La svolta
cubista avviene tra il 1906 e il 1907. In quegli anni vi fu la grande
retrospettiva sulla pittura di Cezanne, da poco scomparso, che molto
influenza ebbe su Pablo Picasso. E, nello stesso periodo, come molti altri
artisti del tempo, anche Pablo Picasso si interessa alla scultura africana,
sulla scorta di quella riscoperta e dell'esotico primitivo che aveva
suggestionato molta cultura artistica europea da
Gauguin in poi. Da questi incontri e dalla volontà di continua
sperimentazione che ha sempre caratterizzato l'indole del pittore, nacque
nel 1907 il quadro «Les demoiselles de Avignon» che segna l'avvio della
stagione cubista di Picasso. La fase cubista (che durerà circa 10 anni) è un
periodo di grande sperimentazione, in cui Picasso rimette in discussione il
concetto stesso di rappresentazione artistica.
Il passaggio dal cubismo analitico
al cubismo sintetico rappresenterà un momento fondamentale della sua
evoluzione artistica. Il pittore appare sempre più interessato alla
semplificazione della forma, per giungere al segno puro che contiene in sé
la struttura della cosa e la sua riconoscibilità concettuale.
I detrattori
di Picasso affermano che la fase cubista dell'artista ha definitivamente
aperto la strada all'arbitrario, su cui, in ultima analisi, si fonda la
maggior parte dell'arte moderna: ormai, l'artista si concede qualsiasi
licenza sia nella concezione dell'opera sia nella sua esecuzione.
Nel 1917, anche a seguito di un suo viaggio in Italia, Pablo Picasso imprime al suo
stile una inversione totale. Abbandona quindi la sperimentazione per
passare ad una pittura più tradizionale, dove le figure divengono solide e
quasi monumentali. Questo suo ritorno ad un certo figurativo anticipa di
qualche anno un analogo fenomeno che, dalla metà degli anni ’20 in poi, si
diffonderà in tutta Europa segnando la fine delle Avanguardie Storiche.
Lasciando da parte il «ritorno a Ingres» del 1915, la collaborazione ai
Balletti russi a partire dal 1917 e il periodo detto «pompeiano»,
caratterizzato dalla raffigurazione di pesanti matrone, sembra esserci,
dunque, una perfetta continuità tra la pittura cubista di Pablo Picasso e la
sua pittura di carattere surrealista, che s'inaugura nel 1925 con La danza
(Tate Gallery, Londra) e che prosegue praticamente per una ventina d'anni,
con un'estrema libertà nei confronti dei principi anatomici. Non è un caso
se, durante questi venti anni, il corpo e il viso della donna costituiscono
i temi favoriti di Pablo Picasso: incoraggiandolo a seguire i suoi istinti
più profondi, il surrealismo facilita la rappresentazione plastica dei suoi
desideri erotici, in cui si mescolano tenerezza e sadismo.
Nel 1937 Pablo
Picasso partecipa all'Esposizione Mondiale di Parigi, esponendo nel
Padiglione della Spagna il quadro «Guernica» che rimane probabilmente la sua
opera più celebre ed una delle più simboliche di tutto il
Novecento.
Negli anni immediatamente successivi la seconda guerra
mondiale Pablo Picasso si dedica con impegno alla ceramica e alla scultura,
mentre la sua opera pittorica è caratterizzata da lavori «d'après»: ossia da
rivisitazioni, in chiave del tutto personale, di famosi quadri del passato
quali «Les meninas» di Velazquez, «La colazione sull'erba» di Manet o «Le
signorine in riva alla Senna» di Courbet.
Pablo Picasso muore nel 1973 all'età di novantadue anni, è oggi generalmente
considerato come il pittore più celebre del XX secolo e certamente l'artista
che fino all'ultimo attimo della sua vita, non ha mai smesso di produrre
un'arte sconcertante e sovrabbondante, un'arte sempre tesa ad alimentare
controversie e discussioni.