![]() Pitture e artisti |
ANNO: 1100 1300 1400 1500 1600 1700 1800 1900
Il XVI secolo è il periodo di massima diffusione in Europa dell'arte italiana,
anche se dal punto di vista politico la situazione è sicuramente molto
sfavorevole.
Il 1.500 è stato un secolo di laceranti contrasti: la Riforma
protestante, la conseguente reazione della Controriforma cattolica,
la perdita dell'equilibrio politico, l'Italia divenuta ormai campo
di battaglia di eserciti stranieri; ma ciò nonostante, si svilupperanno
i massimi due centri della cultura italiana:
Roma e
Venezia,
dove convergeranno i più grandi artisti del tempo. E' iniziata infatti
la decadenza di Firenze a causa delle lotte interne per il potere sulla
città e molte province italiane sono sotto il dominio straniero.
Sarà dunque a
Venezia e soprattutto a
Roma che importanti famiglie
cominceranno a collezionare opere d'arte classiche, ma ancor più saranno
ottimi collezionisti, i papi come Giulio II e soprattutto Paolo III Farnese.
Nel 1500 a Roma lavorarono numerosi artisti di un certo rilievo
come Raffaello e
Michelangelo e i loro allievi.
Si evidenziano in questo periodo il prevalere del disegno ad opera
degli artisti toscani e l'espressione del "colore tonale"
ad opera degli artisti veneti; cambia anche la considerazione della
pittura che non è più annoverata tra le arti manuali, ma al pari della
letteratura viene posta tra le arti liberali.
Come già abbiamo avuto
modo di dire, grande importanza viene data al al disegno, che viene
studiato nelle Accademie.
Fautrice di questi luoghi di cultura è la
Chiesa, che, con la Controriforma, vuole abolire ogni personale
interpretazione dei testi sacri e vede nella formazione di scuole,
sulla cui attività di insegnamento esercita un severo controllo, la
garanzia del rispetto della propria autorità. Così, invece di ispirarsi
direttamente alla natura od alle opere del mondo antico, i giovani artisti
studiano come modelli le opere di tre grandi interpreti del
Rinascimento come
Leonardo da Vinci,
Michelangelo e
Raffaello Sanzio.
Tuttavia, per distaccarsi un poco da queste tre grandi personalità e
per cercare una propria originalità, si accentua il virtuosismo tecnico
e si determina l'effetto drammatico attraverso i gesti esasperati, fino
alla deformazione della figura e dell'espressione dei volti. Questa
tendenza viene detta "Manierismo" proprio perché rielabora
la maniera di dipingere, ritenuta perfetta, dei grandi maestri. Importanti
esponenti del Manierismo sono il Pontormo e il Parmigianino.
Sarà proprio in questo periodo storico che la tecnica della pittura
ad olio su tela si affermerà definitivamente.
Attraverso questa
tecnica i colori e le luci diventano gli elementi predominanti
nell'immagine; i volumi vengono definiti da chiaroscuri ricchi
di sfumature, le figure sono composte secondo uno schema piramidale
e il punto di vista prospettico si sposta verso il basso.
Sarà proprio
adoperando questa tecnica che nel Veneto si formerà una cerchia di
artisti che baseranno la loro pittura essenzialmente sul colore,
reso in tutte le sue variazioni di intensità e privo di contrasti;
in breve quella tecnica che verrà definita "pittura tonale",
in cui il colore e la luce, più che il disegno, sono gli elementi
fondamentali della composizione.
I maggiori esponenti di questa
"pittura tonale" e di questa area geografica sono il Giorgione, Tiziano Vecellio,
Paolo Veronese e il Tintoretto.