Pitture e artisti |
PITTURA e OSSERVAZIONE
Una delle differenze principali che intercorrono tra un bravo pittore
figurativo e colui che riesce solo a pasticciare con i colori é la capacità
di saper osservare,
ovvero di cogliere ogni dettaglio della visione reale. La vita moderna ci
porta spesso ad utilizzare attività cerebrali logico-verbali e pochissimo le
relazioni tra forme, spazio e colore, tanto che é necessario "fermarsi" e
osservare. Tutti noi spesso vediamo, ma non osserviamo. Se noi osservassimo
sempre tutto, probabilmente il nostro cervello sarebbe ogni giorno
sovraccaricato da miliardi di informazioni che in pratica non ci servono.
Cosi percorrendo una strada raccogliamo e memorizziamo solo una piccola
quantità di informazioni, vediamo cartelli pubblicitari, ma se qualcuno ci
pone delle domande su di essi, spesso pur avendoli visti non sappiamo
rispondere.
Tuttavia, per riprodurre bene una cosa, occorre osservarla e osservarla bene
con la giusta tecnica. Io ad esempio adotto una tecnica di osservazione che
chiamo "puntiforme". Cerco infatti di guardare l'oggetto che devo riprodurre
osservandone punto per punto i dettagli infinitamente piccoli di ogni
sfumatura di colore e di luce, poi cerco di isolare lo spazio nel quale é
collocato l'oggetto, osservandone con cura le proporzioni.
COME ESSERE CREATIVI
Creativi
si nasce, non si diventa. Tuttavia è possibile nascere creativi e non esserlo a
sufficienza. Il Creativo è sicuramente una persona che sa estraniarsi dal
contesto nel quale vive, per tuffarsi in un suo mondo. In pratica è uno che
sogna a occhi aperti, tuttavia è difficile sognare in mezzo al caos e a stimoli
acustici violenti. Lo psicologo Rollo May afferma che "per essere aperti alla
creatività bisogna avere la capacità di utilizzare costruttivamente la
solitudine", ma è quasi impossibile utilizzare la solitudine se non la si trova.
Dunque la principale condizione per essere creativi (dopo quella genetica) è
trovare la solitudine. Riuscire a estraniarsi dal caos della vita e aspettare
che le muse di Orfeo arrivino. C'è anche chi sostiene che i grandi traumi,
portano alla creatività e credo che queste persone hanno una qualche ragione, ma
ovviamente i grandi traumi non sono una condizione da cercare. Io vi confesso ho
abbozzato mentalmente i miei più importanti progetti artistici, guidando da sola
in autostrada di notte, non che mi metta in macchina per essere creativa, ma
quando è capitato, mi è venuto spontaneo riflettere e sognare a occhi ben
aperti.
PITTURA e SCHIZZO
Anche
se oggi esiste la macchina fotografica con la quale é possibile fissare in una
frazione di secondo momenti altrimenti fluttuanti o irripetibili, io
ritengo necessario integrare la fotografia con dei disegni a carboncino. Per
disegnare adopero fogli di carta semiruvida di 33 x 48 cm, di una grammatura di
circa 200 - 240 g. e naturalmente le matite secche di carboncino. Perché eseguo
dei disegni? semplicemente perché la loro esecuzione mi aiuta ad osservare e poi
a ricordare molti dettagli che altrimenti verrebbero naturalmente ignorati.
PITTURA e SUPPORTO
Anche se per alcune opere adopero la tela, io trovo più adatto al mio modo
creativo, la tavola di legno. Ritengo infatti che avendo questa una base
rigida, sia estremamente versatile per molte tecniche miste. Tuttavia,
considerato che io eseguo pitto-sculture e pitturo quasi esclusivamente ad olio,
preparo sempre il fondo stendendo un impasto a base di gesso.
PITTURA e DISEGNO
Spesso vedo alcuni pittori che iniziano a pitturare la loro tela, senza aver
minimamente abbozzato un cenno del disegno. Devo confessare che ammiro chi ha
queste
capacità, ma io prima di prendere un pennello, devo adoperare le mie matite e
disegnare molto bene tutte le mie opere. Trovo che questo sistema mi aiuti ad
immaginare meglio il risultato finale ed inoltre, così facendo, ho la
possibilità di riflettere sul disegno realizzato per qualche giorno e
apportarvi, se del caso, le modifiche necessarie o cancellarlo totalmente.
Quando frequentavo la scuola e facevo il "Tema di Italiano", mi capitava spesso
di non trovare molti errori sul compito appena fatto, ma se poi rileggevo a
distanza di qualche tempo lo stesso "tema" scoprivo sempre qualche brano da
migliorare. Oggi, con i mie quadri cerco di fare lo stesso, evito rigorosamente
la loro rapida realizzazione, così ho modo di riflettere e migliorare.
PITTURA e TAVOLOZZA
Parlare della mia tavolozza é come parlare del "caos cosmico". La comune
tavolozza dovrebbe essere un piano di cui l'artista si serve per mescolare i
colori, ma io non ho vicino al mio cavalletto una tavolozza, ma un
magma che trabocca di colori, vasetti, piattini, tappi e quanto possa servire a
contenere del colore. Conosco dei colleghi che puliscono ogni volta la loro
tavolozza o che adoperano i piatti di plastica usa e getta, ma il mio modo di
essere e di pitturare mi impedisce questa ordinata gestione del colore. Come ho
già avuto modo di accennare, i miei quadri non nascono in poche ore e quindi io
ho necessità di conservare alcuni dei colori creati, mentre intanto lavoro
all'esecuzione di un'altra opera. Il risultato di tutto questo é un apparente e
forse anche reale disordine, ma chissà per quale misterioso motivo, le mie mani
sanno sempre dove andare ad intingere il pennello.
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colori e prospettiva nella pittura >>>